Recensioni - Libro Teatro Sistina

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Recensioni

E’ un piacevolissimo viaggio nella storia dello spettacolo e del costume italiani, accompagnato dai ricordi affettuosi di chi vi ha preso parte ed ha reso possibile quel kolossal chiamato Garinei e Giovannini

Maurizio Porro

Davvero un volume importante, interessante, originale, curioso.
Un bellissimo omaggio allo storico Teatro più famoso di Roma, più amato dai romani e non solo.
Un tempio del divertimento e della storia della più nobile e bella commedia musicale!


Paola Comin

Abbiamo letto con piacere il suo bellissimo libro, arricchito da immagini a noi molto care, che ci hanno fatto ricordare il nostro papà con commozione.
Una meravigliosa galleria di personaggi che lasceranno un indelebile ricordo, in tutti coloro che avranno la fortuna di sfogliare le pagine di questo volume.  

Teresa e Laura Gorni

Sembra e non sembra. Sembra di vedere aprirsi il sipario, leggendo Il Teatro Sistina, bel libro di Fausto Maria Giua. Ma non sembra di leggere. Sembra di rivedere in scena tutti i personaggi raccontati e, fra questi, alcuni in particolare. Già, sembra. Ecco Renato Rascel a capodanno del 1954 interpretare Tobia la candida spia e, in piena Guerra Fredda, andare in giro per un Luna Park con un grappolo di palloncini in mano, innamorato di Alba Arnova, ballerina russa finta, in realtà spia americana. Sembra di sentirlo intonare con la sua voce tremula “Dove andranno a finire i palloncini”, tentando di dare una risposta definitiva alle domande di tutti i ragazzini di quegli anni, mentre vedevano sparire i loro palloncini, scappati di mano fra le nuvole e “nell’azzurrità”. E sembra di rivederlo là, tra le quinte del teatro, appeso a mezz’aria ai suoi palloncini, perché Garinei e Giovannini (i grandi inventori del Sistina) avevano voluto un effetto speciale per far volare via realmente Renatino verso le nuvole finte del palcoscenico. G&G chiamano la Kirby Flying, società inglese specializzata in trucchi cinematografici e teatrali. Renatino viene legato ad un gancio nascosto dal suo cappotto di scena per spiccare il volo verso quella azzurrità finta, ma rimane sospeso con un effetto tanto speciale, quanto non voluto. Sembra di sentire gli “oooh” stupefatti del pubblico, superati dal fragore degli applausi a scena aperta.
Sembra, già sembra. Sembra di risentire ancora la voce di Renatino  cantare qualche anno dopo Domenica è sempre domenica e restituire quelle atmosfere indimenticabili delle mattinate domenicali, aperte dal suono delle campane nelle città italiane. Quel suono antico, volava nell’ azzurrità del cielo, mescolandosi con le canzoni della radio e con le voci delle donne impegnate nei lavori di casa e scappate fuori dalle finestre aperte per far entrare un sole freddo invernale, come anticipo illusorio della primavera. Quel suono antico di campane e di canzoni non era ancora stato soppresso dai rumori di fondo delle città del dopo-dopoguerra e si trasformava nello Studio Uno di via Teulada in Roma diventando la sigla del Musichiere.
Sembra, già sembra. Rileggendo Giua rivediamo Rugantino nelle sue due prime edizioni storiche, senza togliere alcunché alle altre: quella del 1962, con Nino Manfredi e quella del 1978, con Enrico Montesano. E allora, ecco Lea Massari, Bice Valori, Toni Ucci, Alida Chelli, Glauco Onorato e tanti, tanti altri. Poi, un maestoso Aldo Fabrizi, “una montagna sulla quale appoggiarsi” così come lo descriveva Manfredi. Infatti. Tra le righe di Giua affiorano episodi meno conosciuti. Il doppio finale della commedia. Secondo Giovannini, Rugantino doveva riscattarsi morendo da uomo rispettabile pur essendo innocente. Secondo Garinei questo era uno choc troppo grande da dare al pubblico. Alla fine prevale Giovannini (paradossalmente, fra i due il più spensierato) e Rugantino muore in scena. La sera della prima il 15 dicembre 1962, assieme al sipario del Sistina cala un silenzio di gelo dopo l’ultima frase di Fabrizi (“a Ruganti’… ‘na botta e via!”). Giovannini pensa di aver rovinato tutto con quel finale inconsueto, ma, dopo dieci dieci lunghissimi secondi di silenzio, ecco il boato degliapplausi: la gente stava applaudendo con gli occhi lucidi. Il massimo dell’ emozione in uno spettacolo.
Sembra, già sembra. Le pagine de Il Teatro Sistina restituiscono le note di Armando Trovajoli tentare di dare un po’ di speranza in un decennio difficile come quello degli anni Settanta. È il 1974 e la colomba della solidarietà fraterna si siede a tavola con tutti gli altri commensali, quasi a suggellare una pace ritrovata. “Aggiungi un posto a tavola…Non vedi che sto arrivando?” dice la Voce di lassù(l’ultima voce è stata quella di Enzo Garinei, tornato proprio lassù) e allora le parole scritte nel libro, leggendo, si trasformano nel coro e nelle parole di Jaja Fiastri: “Aggiungi un posto a tavola / che c'è un amico in più / se sposti un po' la seggiola / stai comodo anche tu, / gli amici a questo servono / a stare in compagnia,/ sorridi al nuovo ospite / non farlo andare via / dividi il companatico / raddoppia l’allegria”.
Sembra, ma forse non sembra. Sembra finzione teatrale, ma, alla fine non sembra. Il libro di Giua non sembra finzione, ma racconta la storia di un teatro, il Teatro Sistina, nel quale è passata anche la storia del nostro Paese.


Michele Guardì

Complimenti! E' fantastico!!! Ho 52 anni e abito a Monza. Ho conosciuto il dott. Garinei quando avevo 25 anni al Teatro Manzoni di Milano e da allora fino alla sua morte è stata una bellissima amicizia. Grazie a lui ho potuto stare dietro le quinte a tutti i suoi spettacoli. Un grande privilegio che possi potevano avere!!! Ho una raccolta di recensioni, locandine, CD, libri, lettere e quant'altro ha prodotto la mitica ditta G.&G. Per 10 anni ho anche avuto l'onore di poter rappresentare "amatorialmente" alcuni dei suoi spettacoli teatrali. Il suo libro è un grande riconoscimento a chi ha fatto la storia del teatro musicale. Se un giorno capiterà a Milano....vorrò conoscerla personalmente. Grazie ancora di questo capolavoro e tanti auguri per tutto.


Donato Anania

Chi, amante del teatro, non conosce il teatro Sistina di Roma? E quanti di noi avremmo voluto un libro che finalmente ci raccontasse la storia di questo posto mitico, magari raccontata attraverso le parole di attori protagonisti? L'autore di questo libro, Fausto Giua, è riuscito proprio in questo intento. Ci ha raccontato la storia del teatro Sistina, dalla sua nascita ai giorni nostri, attraverso il ricordo delle commedie e le opere che sono state tramandate nel tempo ma soprattutto attraverso la voce dei protagonisti: 80 personaggi famosi intervistati negli ultimi anni, che hanno svelato segreti, aneddoti, curiosità circa il loro rapporto col teatro più importante di Roma. Il libro merita assolutamente di essere presente nelle librerie di qualsiasi persona appassionata di teatro; tra l'altro si presenta molto bene nella grafica e nella forma (bella la copertina e le foto dei personaggi all'interno), diventando così anche un'ottima idea regalo.


Alessandro Sperandini
Fausto Maria Giua


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